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Mariacristina Colanzi



sabato 25 agosto 2007

ARCHEO 2007: MEDEA A PALAZZO D'AVALOS

ASSOCIAZIONE TEATRALE

ABRUZZESE MOLISANA

ATAM

ARCHEO

edizione 2007

presenta

VASTO 26 AGOSTO h. 21,15

Cortile Palazzo D’Avolos

Produzione Teatro Zeta

MEDEA

di Lucio Anneo Seneca

Traduzione di Luigi Maria Musati

Coordinamento di Annamaria Amato

con

Emanuela Valiante, Rocco Antico, Daniela Ialicicco, Giandomenico Sale, Francesca Scaglione, Marco Valeri,

Spetta ad una compagnia molto “speciale” abbassare il sipario su Archeo, la rassegna, ideata da Enzo Gentile, che l’ATAM dedica, per il settimo anno consecutivo, ai classici greci e latini. E la scelta non è casuale perché questi giovani sono stati i protagonisti del Progetto INTERREG - Transfrontaliero Adriatico, un percorso culturale che ha visto vari partners italiani e stranieri, e tra essi la Regione Abruzzo e l’ATAM, impegnati a creare un ponte di solidarietà tra i popoli del Mediterraneo, passando attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico e la formazione teatrale.

Ed ecco dunque questa “nuova” Medea, interpretata da Emanuela Valiante, tragica e attuale. Maga, straniera, madre e infanticida.

Uno dei personaggi più straordinari dell’universo mitologico antico che ha sollecitato numerose rielaborazioni nella letteratura classica e moderna (da Euripide a Ovidio, da Seneca a Lessing, da pavese a Pasolini, fino a Christa Wolf), estendendo la sua influenza fino al melodramma.

Ma lo spessore magico di Medea emerge, più compiutamente che altrove, in ambito latino. E Seneca testimonia la realtà di questa affermazione:

Il teatro di Seneca in generale, e la Medea in particolare, rappresentano un momento cruciale nella storia del teatro. Sottovalutato e assai poco rappresentato ai giorni nostri, è stato invece il centro dell’attenzione di Marlowe, Shakespeare e Artaud.

La “parola crudele” di Seneca è, in verità, alla base delle drammaturgie più importanti dell’Occidente.“Presentiamo un lavoro che ne illumina soprattutto le potenzialità melodrammatiche- afferma Annamaria Amato, che coordina la messa in scena - nel senso tecnico e “alto” del termine: la Medea di Seneca come un potenziale libretto d’opera o, se preferite, di un musical. Per questo è stato centrale il concetto di costruzione di una partitura, a partire da una nuova traduzione appositamente realizzata, con il conseguente lavoro di interazione tra interventi musicali, parola e gesto”.

Il lavoro ruota attorno al verso 910.”Medea nunc sum; crevit ingenium malis”, “Ora sono Medea, il mio io è maturato nel male”.

Seneca, pur rispettando la trama euripidea, pone Medea su un piano infernale e legato alle pratiche della magia nera, in cui il suo agire è ispirato da fredda e premeditata crudeltà

La tragedia di Seneca si apre, difatti, proprio con una preghiera della protagonista alle divinità degli inferi e agli dei dell’Olimpo perché diano la morte alla nuova sposa di Giasone, al padre di lei e a tutta la stirpe regale di Corinto.

Di lì si dipana la vicenda: una vicenda in cui la ragione viene sconfitta e il logos, ossia la parola, è annullato dall’ira. Medea è, nella sua tragica crudeltà, strumento della giustizia divina che punisce così l’empietà dell’impresa degli Argonauti. Giasone paga la violazione dei limiti consentiti all’uomo non con la vita, ma con la morte dei propri figli che Medea getta ai suoi piedi, folle di dolore e di inumana violenza.

Biglietti

Intero 12.00 euro ridotto 10,00 euro

Informazioni

ATAM 0862.61222; 0862-62085

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